Calmarsi con il Respiro

Studio MATER - Psicologo Psicoterapeuta

Durante le psicoterapie, in special modo quando il paziente riporta dei sintomi d’ansia, sottolineo l’importanza della respirazione. Non bisogna solo respirare profondamente, ma respirare bene e lentamente affinché il respiro diventi uno strumento potentissimo che ci aiuta a superare le crisi e a vivere con una maggiore calma.

Tengo sempre a precisare come il respiro sia un “ancora di aggancio” che ci aiuta a “guardare” i nostri pensieri e le nostre emozioni senza rimanere incollati ad essi, con la consapevolezza che non sono la verità assoluta ma un prodotto della nostra mente.

Primo passo: riconoscere che tipo di “respiratore” sei

Tu Come Respiri?

Respiri troppo velocemente? ovvero fai più di 9-11 respiri al minuto quando sei seduto comodo in poltrona? Respiri troppo profondamente? ovvero respiri con la bocca gonfiando il torace finchè non ti alzi in aria, tanto sei pieno di aria? Sospiri o sbadigli frequentemente e più degli altri?

Probabilmente stai iperventilando. Questo tipo di respirazione è molto faticosa e impegnativa (anche se nel breve tempo non ce ne accorgiamo…) e spesso non è segno nè di rilassamento nè di calma. È bene riconoscerla e cercare di “riabituare” il nostro apparato respiratorio a respirare lentamente; dico “riabituare” perché quando siamo bambini, solitamente respiriamo proprio in modo lento e con il diaframma. Provare con il vostro bimbo/a (o quello di qualcun’altro) per credere…

Secondo passo: esercizio, esercizio, esercizio!!!

Ci vuole la pratica per acquisire questo strumento di rilassamento

Interrompi quello che stai facendo e siediti o appoggiati a qualcosa. Assumi una posizione che evochi dignità, con la schiena eretta ma non rigida e la sommità del capo rivolta verso l’alto oppure verso un punto di fronte a te;

  1. Comincia a respirare lentamente, con il naso, lasciando uscire fuori l’aria.
  2. Ora respira solamente, e osserva il tuo respiro senza giudicare quello che senti, pensi o percepisci.
  3. Concentra tutta la tua attenzione sul respiro. Se qualcosa attira la tua attenzione, sia un pensiero, un ricordo o un’emozione o anche un suono, nota di esserne stato “agganciato” e dolcemente riporta l’attenzione sul respiro.

Continua questa pratica per il tempo che ritieni sufficiente (intorno ai 3-5 minuti per iniziare può essere una durata adeguata) e poi apri gli occhi.

Le prime volte ti accorgerai di come sia davvero difficile concentrare tutta l’attenzione sul respiro, liberando la mente e non facendoti distrarre da un pensiero o da un suono. Praticandola per un po’ di tempo, però ti accorgerai che la mente continua a viaggiare di qua e di là anche in maniera non intenzionale e non consapevole. Quello che ti colpirà di più (e che ti motiverà ad esercitarti ancora, ancora e ancora) è apprendere che i pensieri non si possono cancellare (nè sarebbe utile, se vi dico di non pensare ad un gattino azzurro probabilmente penserete proprio a quello)  ma è  possibile imparare a guardare e osservare i propri pensieri ad un metro di distanza; imparando così a non lasciarsi sopraffare da essi, lasciandoli fluire nel loro corso transitorio.

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